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Sviluppare procedure efficaci per i gruppi etnico-culturali

Nel rapporto del 2004 “Provincial Diversity Needs Assessment” elaborato del Centro per le dipendenze e la salute mentale CAMH sui servizi forniti in tutta la provincia, emerge che molti utenti non ricevono l’assistenza sanitaria di cui hanno bisogno, e che ciò si aggrava per i membri di determinate comunità a causa delle loro necessità specifiche e delle barriere sistemiche aggiuntive che incontrano nell’accedere a tali servizi… La maggior parte delle agenzie che offrono servizi per i nuovi immigrati e i profughi non hanno la capacità di riconoscere e trattare i problemi di salute mentale e/o di dipendenza dei loro clienti. Inoltre i fornitori di questi servizi hanno spesso difficoltà a raccomandare alle persone che non parlano inglese trattamenti specialistici perché sono molto pochi i centri in grado di offrire interpretariato e/o programmi specifici per persone che non parlano inglese.

In alcuni rapporti emerge che la mancanza di personale sanitario competente dal punto di vista etnico-culturale e una generale mancanza di comprensione interetnica costituiscono una barriera significativa per accedere ai servizi. I partecipanti ai focus group hanno sottolineato che ci sono relativamente pochi operatori sanitari di base formati adeguatamente per affrontare la diversità etnico-culturale nel loro lavoro.  Affermano anche la necessità di avere dottori, infermieri e altri professionisti sanitari adeguatamente preparati in questo senso. I membri delle comunità etnico-culturali ed etnico-razziali riferiscono che le loro necessità culturali e linguistiche non vengono prese in considerazione durante i trattamenti e i servizi. La maggior parte di loro sente la necessità di esprimersi, nella propria lingua e in un ambito culturalmente appropriato, rivolgendosi a personale sanitario che possa capire e interloquire nella loro lingua. Molti focus group hanno individuato nel razzismo e nell’omofobia barriere significative per accedere ai servizi ma anche nel ricevere cure e assistenza inappropriate, aumentando in tal modo, indirettamente, i problemi di dipendenza e salute mentale. Il razzismo è stato identificato come una barriera che impedisce ai membri di gruppi culturalmente ed etnicamente diverse di accedere ai servizi generali offerti alla popolazione.

È stato anche notato che il suddetto rapporto elaborato dai focus group rileva che nelle città in cui operano i casinò c’è un aumento dei problemi di dipendenza e salute mentale, ma con poche risorse sanitarie in più per fronteggiarli. I partecipanti hanno notato anche la mancanza di leadership, coesione e inclusione nella comunità, mancanza di fondi e bassa priorità politica, oltre alla scarsa attenzione verso le determinanti sociali della salute mentale e della dipendenza.

Per ridurre queste lacune nei servizi, sono state avanzate le seguenti proposte, che la maggior parte dei focus group hanno considerato prioritarie:

  • Fornire programmi, servizi e risorse culturalmente e linguisticamente appropriati
  • Sviluppare materiale divulgativo più specifico e culturalmente appropriato, scritto con chiarezza e senza terminologia medica specialistica, in varie lingue, per informare le varie comunità sui temi e sui servizi legati alla dipendenza e alla salute mentale
  • Usare canali radio diffusi nelle varie comunità, video, TV via cavo, chiese e istituzioni religiose come mezzi di comunicazione importanti per l’educazione, la promozione e la diffusione della salute.
  • Fornire approcci alternativi ai servizi di salute mentale e dipendenza come ad esempio l’agopuntura, lo yoga, la meditazione, rispetto alla medicina occidentale
  • Aggiornare la formazione di medici e altri operatori sanitari e assumerne di nuovi adeguatamente formati
  • Condividere le informazioni tra i fornitori di servizi che riguardino la diversità e le migliori pratiche intracomunitarie
  • Sviluppare la coscienza pubblica tramite campagne sui media per ridurre la stigmatizzazione dei gruppi culturali diversi.
  • Raggiungere e coinvolgere le popolazioni con un retroterra etnico-culturale ed etnico-razziale diverso

Come conclude A. Blaszczynski nel suo articolo “Gambling Problems in a Multicultural Society”, una ricerca svolta in Australia, “per ottenere risultati migliori nei pazienti etnici, il personale sanitario deve adeguarsi alle differenze culturali e ai bisogni specifici del clienti etnici. Il retroterra culturale dei pazienti etnici è quello che dà loro un contesto di azione e interazione con gli altri. Questo contesto custodisce in sé credenza, valori, attitudini e ruoli basati su una specifica cultura.  La consapevolezza dell’influenza culturale permette al terapista di ottenere informazioni più ampie e rilevanti dai pazienti etnici, grazie al fatto di saper porre le domande giuste e quindi permette interventi culturalmente più appropriati.

Queste pratiche devono comprendere le seguenti azioni:

  • Raggiungere i gruppi etnico-culturali
  • Sviluppare partnership e/o alleanze
  • Elaborare programmi di prevenzione e consapevolezza
  • Prestare counselling in varie lingue
  • Stampare pubblicazioni in varie lingue
  • Aumentare la collaborazione con le agenzie di servizio che lavorano specificamente con i gruppi etnico-culturali, specialmente i centri multiculturali e/o le agenzie di assistenza ai nuovi immigrati.Cultural Groups in Ontario

Nelle mie esperienze positive di lavoro con membri di comunità etnico-culturali e con le loro famiglie, ho appreso che l’approccio è più importante delle competenze scientifiche.  È l’approccio giusto che può aprire le porte e creare un legame umano con i nostri pazienti per ricevere adeguatamente il loro messaggio e coinvolgerli nel trattamento, altrimenti si rischia un blocco da entrambe le parti. È essenziale allacciare una relazione culturalmente competente con i nostri pazienti. Imparare qualcosa dei loro comportamenti culturali, come ad esempio il contatto visivo, il modo di salutarsi, ciò che è permesso e ciò che non lo è o come si formano le decisioni a livello familiare. Lavorare assieme e/o in stretta collaborazione con le comunità etnico-culturali è un elemento chiave per sviluppare pratiche di salute mentale efficaci e alternative per affrontare il problema del gioco d’azzardo patologico. Costruire alleanze positive e durature con club e organizzazioni etnico-culturali, centri multiculturali e altre agenzie che lavorano con i nuovi immigrati è molto importante per costruire un clima di fiducia e di coinvolgimento da parte degli appartenenti a tali comunità

Questi sono i consigli che suggerisco quando si lavora con le comunità etnico-culturali

  • Avere una mappa del mondo affissa alla parete
  • Apprendere notizie sulla propria cultura ed etnicità
  • Arricchire il proprio ufficio con poster/articoli/oggetti provenienti da altre culture
  • Parlare in modo chiaro e semplice
  • Fare attenzione al proprio linguaggio del corpo
  • Fare attenzione al linguaggio del corpo del paziente
  • Presentarsi
  • Prestare particolare attenzione al nome del paziente
  • Dare una forte enfasi alla riservatezza dei colloqui
  • Evitare abbreviazioni ed espressioni gergali del gioco d’azzardo o mediche 
  • Essere consapevoli dei propri difetti e paure
  • Essere sempre rispettosi
  • Essere flessibili
  • Mostrare pazienza
  • Se necessario, autorizzare la presenza di un familiare durante la sessione di counselling, solo come presenza di sostegno, non come interprete

Se c’è la necessità di un interprete, rivolgersi alle agenzie di servizi di interpretariato o interpretariato culturale della comunità. Possono fornire professionisti altamente qualificati, che sottostanno a un codice etico e che probabilmente hanno la lingua da interpretare come propria madrelingua, in modo da offrire un beneficio alla dinamica della sessione. Il loro ruolo è di facilitare la comunicazione fra persone di cultura e lingua diverse. Evitare di utilizzare familiari, amici o persone che lavorano nella stessa organizzazione sanitaria, perché probabilmente conoscono la lingua ma non hanno la formazione professionale necessaria, né la certificazione, la competenza, l’etica e l’imparzialità di un interprete certificato. In caso contrario c’è il rischio di confusione perdita di tempo e ulteriore stress per l’operatore sanitario. Mettere soprattutto l’accento sulla riservatezza dei servizi.

Nell’utilizzo dell’interprete seguire i seguenti consigli

  • Accertarsi che ci sia il consenso del paziente all’uso di un interprete
  • Incontrare l’interprete o l’interprete culturale in anticipo per chiarire i ruoli da svolgere
  • Pianificare sessioni più lunghe per considerare il tempo necessario a tradurre
  • Parlare direttamente al cliente
  • Parlare in modo chiaro e con frasi brevi in linguaggio semplice
  • Evitare l’uso di un linguaggio gergale, abbreviazioni o acronimi
  • Fornire chiarificazioni e spiegazioni
  • Accertarsi che il messaggio che si vuole trasmettere sia compreso
  • Cercare di usare approcci olistici, alternativi e inclusivi al trattamento
  • Nell’uso di strumenti di valutazione, ricordare che alcuni possono essere stati sottoposti, in passato, alle stesse metodologie e quindi i colloqui potrebbero aumentare stress e paura in loro
  • Accertarsi che il cliente capisca bene giorno e ora dell’appuntamento successivo
  • Essere rispettosi, in ogni momento e in ogni situazione
  • Ringraziare interprete e cliente
  • Ripercorrere la sessione con l’interprete dopo che il paziente è uscito, se necessario
  • Valutare la sessione
  • Valutare se stessi
  • Fornire formazione professionale e risorse concentrate sull’educazione nel campo dell’approccio culturale, antirazzista e tollerante verso la diversità come parte delle opportunità di sviluppo professionale.

 

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